L’invasione in Ucraina e le conseguenti difficoltà negli approvvigionamenti di materie prime stanno mettendo alla prova il settore agricolo e agroalimentare italiano, ma ci sono i margini per colmare i deficit e garantire gli approvvigionamenti.
Ne ha parlato nei giorni scorsi il Presidente di Cereal Docks Group Mauro Fanin, intervistato dai quotidiani veneti del Gruppo GEDI (La Nuova Venezia, Il Mattino di Padova, La Tribuna di Treviso e il Corriere delle Alpi), analizzando impatti e possibili soluzioni per attenuare la crisi.
“Non abbiamo problemi di approvvigionamento, perché a livello globale il prodotto non manca – ha spiegato Fanin, riferendosi alla possibilità di rivolgersi a Usa, Brasile e altri produttori per colmare il fabbisogno di materie prime di origine agricola come soia, girasole, mais, grano e colza -. Le tensioni sui prezzi sono destinate a stabilizzarsi in futuro, perché sono frutto delle speculazioni finanziare che proliferano nei momenti di incertezza”.
La corsa dei prezzi delle materie prime di origine agricola, dopo un lungo periodo di quotazioni stabilmente basse, era iniziata già nel 2021, anche a causa di siccità e pandemia. Ora la situazione in Ucraina ha prodotto ulteriori ripercussioni, che sarà necessario affrontare adottando una visione più lungimirante, sia a livello nazionale che comunitario.
“Dobbiamo tornare ad essere produttori di materie prime, svegliando le aree che erano state messe a riposo, utilizzabili per mais, soia, girasole. Mi sembra che il Governo stia valutando il da farsi – continua Fanin –. Anche le politiche europee dovranno essere ridisegnate in questa logica: le politiche agricole come nuova PAC, FarmtoFork e New Generation EU dovranno avere l’ambizione di rilanciare anche l’agricoltura europea, per costituire scorte sufficienti e avvicinarsi quanto più possibile all’autonomia”.
