“La vera essenza dell’agroalimentare
made in Italy e la miglior ricetta per assicurarne un successo duraturo, consiste nell’abilità dei nostri produttori di selezionare le materie prime e di lavorarle nel modo migliore per realizzare prodotti capaci di soddisfare le esigenze di qualità e salute espresse dai consumatori in ogni parte del mondo”.
Mauro Fanin, Presidente e amministratore delegato di Cereal Docks Group, in un’intervista, rilasciata al magazine Largo Consumo, si è soffermato sul rapporto tra le eccellenze alimentari del Made in Italy e le fonti di approvvigionamento di materie prime di origine agricola.
Secondo Fanin, non è solo l’origine delle materie prime a garantire il DNA italiano dei nostri prodotti agroalimentari. “Il dato che dobbiamo tenere a mente è che
l’industria agroalimentare italiana non può essere autosufficiente. La nostra agricoltura, infatti, non riesce a sostenere da sola l’intero fabbisogno nazionale di materie prime. Non è solo un problema di produttività: alla base del nostro
deficit c’è la mancanza delle necessarie superfici coltivabili. Per sostenere la produzione agroalimentare nazionale dobbiamo importare le quote di grano, mais, soia, orzo che ci mancano”.
Si tratta di materie prime provenienti da Paesi del Nord e Sud America e da Paesi dell’Europa allargata, dai Balcani ai Carpazi. “Chi fa il nostro mestiere sa che ciclicamente le produzioni agricole locali sono penalizzate, per esempio da fenomeni naturali come siccità o alluvioni. E anche la recente pandemia ha rimarcato ulteriormente i rischi connessi a un’eccessiva dipendenza territoriale. Essere puntuali nei rifornimenti all’industria è assolutamente necessario; per questo in Cereal Docks abbiamo diversificato al massimo: un terzo delle materie prime che utilizziamo sono prodotte e coltivate in Italia, un terzo arriva da oltreoceano (Nord e Sud America), un terzo dall’Est Europa”.
Questo non significa rinunciare alla trasparenza, al controllo e alla sostenibilità delle produzioni. “Su questo punto, all’interno del gruppo Cereal Docks siamo assolutamente rigorosi, considerando sempre i diversi contesti territoriali in cui avviene la produzione delle materie prime. Controlliamo scrupolosamente tutta la filiera fin dall’ origine e il nostro stabilimento di Marghera è stato il primo in Europa a essere certificato RTRS (
Round Table Responsible Soy), uno schema volontario basato su elevati standard di sostenibilità per garantire che la soia, come materia prima e derivati, abbia origine da un processo ecologicamente corretto, socialmente responsabile ed economicamente sostenibile».
Certamente il prodotto italiano è più facilmente controllabile e sostenibile in termini di miglia percorse e il desiderio di puntare sull’impresa italiana è comprensibile. “Già nel lontano 2007 – spiega ancora Fanin – abbiamo lanciato l’iniziativa Sistema Green per identificare le filiere tracciate e sostenibili e raccogliere una serie di dati sulla produzione e l’origine dei semi. Queste informazioni supportano il marchio Alimento Italia che offre al consumatore la possibilità di conoscere ogni informazione riguardo l’origine dei prodotti che acquista. Per i prossimi anni la sfida sarà quella di comunicare meglio per aiutare il consumatore finale a scegliere consapevolmente e a uscire dallo stress del 100% italiano”.
Clicca qui per leggere l'intervista