Non di sola tradizione vive l’agricoltura: sempre più urgente anzi è la necessità di una spinta del settore primario verso l’innovazione, il solo strumento che può permettere di raggiungere gli obiettivi ambiziosi in termini di decarbonizzazione e tutela ambientale che l’Europa si è data, coniugando alti livelli produttivi, costi competitivi e maggiore sostenibilità.
È proprio pensando a questa sfida che il Comitato scientifico e dell’innovazione di Cereal Docks Group ha deciso di organizzare il webinar intitolato: “
Innovability in agricoltura: la nuova parola chiave per orientare il futuro, tra scienza, innovazione e sostenibilità”.
La parola chiave “Innovability” racchiude al suo interno due termini: innovazione e sostenibilità, tematiche strettamente correlate perché l’agricoltura è al centro di un sistema interconnesso e ha un ruolo sempre più importante nella transizione verso un modello di produzione rispettoso delle risorse naturali, equo e resiliente.
Nei prossimi anni le imprese agricole dovranno affrontare la doppia sfida della competitività globale e della sostenibilità, obiettivi non semplici da conciliare. Il contributo che può offrire il sistema agricolo è decisivo: ridurre la dipendenza da pesticidi e antimicrobici, ridurre il ricorso eccessivo ai fertilizzanti, potenziare l’agricoltura biologica, migliorare il benessere degli animali, bloccare la perdita di biodiversità, ridurre le emissioni di gas ad effetto serra, favorire l’economia circolare e stimolare pratiche sostenibili nella trasformazione alimentare sono solo alcuni degli esempi con cui il mondo agricolo può riacquistare un ruolo centrale nella costruzione di un futuro più rispettoso degli equilibri e delle risorse naturali.
A guidare questa trasformazione sono l’Agenda 2030 dell’ONU, il Green Deal e la strategia Farm to Fork nati per contrastare uno scenario futuro contraddistinto dalla “scarsità” di cibo legata al costante incremento della popolazione (entro il 2050 ne occorrerà tra il 60% e 70% in più di quello attualmente prodotto per soddisfare la domanda alimentare mondiale), di acqua e di terra (sempre nel 2050 ogni essere umano avrà a disposizione 0,1 ettari di superficie coltivabile contro i 0,4 ettari del 1960) e in un contesto di clima “impazzito” (negli ultimi quarant’anni, il numero di disastri naturali nel mondo è più che triplicato).
Su questi temi, si sono confrontati gli autorevoli relatori che hanno partecipato al webinar, moderato dalla giornalista Cinzia Zuccon, descrivendo alcuni dei principali
trend in atto dell’innovazione in campo agricolo e raccontando casi applicativi concreti.
Andrea Pietrobelli, responsabile del servizio agronomico di Cereal Docks Group, ha presentato i progetti in corso per favorire l’innovazione in campo: un impegno innanzi tutto rivolto a diffondere informazione e conoscenza, costruendo insieme agli agricoltori un modello basato sulla fiducia verso le nuove possibilità tecnologiche. Ad esempio, in alcune aziende pilota sono in atto sperimentazioni per l’impiego di
cover crops per l’incremento della fertilità dei suoli; si sta inoltre lavorando per ottenere soluzioni innovative che portino a ridurre l’impiego di principi attivi utilizzati nella produzione delle colture. Tra gli obiettivi che Cereal Docks vuole perseguire c’è anche quello della riduzione delle emissioni in atmosfera, favorendo l’impiego di tecniche colturali che permettano la diminuzione dei passaggi in campo con i mezzi meccanici pesanti a vantaggio sia della salvaguardia della struttura del suolo e della sua produttività che della diminuzione delle emissioni di CO
2.
L’agricoltura conservativa è stata al centro dell’intervento di Anna Trettenero, imprenditrice nella società agricola HiWeiss e presidente di Confagricoltura Vicenza, che ha spiegato come queste tecniche agricole in grado di nutrire le piante nella maniera migliore siano in grado di consumare fino al 20% in meno di fertilizzanti e insetticidi rispetto alle colture tradizionali. Anche Adriano Altissimo, Presidente e R&D Manager del centro di ricerca Landlab, si è occupato della “dieta” delle piante, spiegando come la ricerca scientifica abbia prodotto degli innovativi biostimolanti in grado di combattere i fattori di stress e di rafforzare comfort, salute e rese delle piante.
Un altro fronte in cui l’innovazione corre è quello della genetica, e in particolare della tecnica di editing genetico, come illustrato da Michele Morgante, professore ordinario di genetica all’Università di Udine e Direttore Scientifico dell’Istituto di Genomica Applicata. Si tratta di una raffinata operazione di modifica dei caratteri genetici di una pianta che ci permette di sostituire e modificare caratteri specifici del genoma di una varietà, producendo importanti effetti e modificazioni del tutto indistinguibili, a differenza ad esempio degli organismi OGM, rispetto a quelle che avverrebbero spontaneamente in natura.
Sui processi di digitalizzazione e robotizzazione in ambito agricolo si è invece soffermato Matteo Matteucci, docente di
robotics e
machine learning al Politecnico di Milano, che ha spiegato come i dati raccolti grazie alla digitalizzazione e ai nuovi sensori di ultima generazione possano supportare un processo decisionale oggettivo e scientifico da parte degli agricoltori, permettendo loro di avere a disposizione un’ampia serie di informazioni aggiuntive un tempo non disponibili su cui basare le loro decisioni riguardo l’irrigazione, il bisogno di prodotti fitosanitari o il momento migliore di semina o raccolta.
Leggi l'articolo sull'evento realizzato da Cinzia Zuccon per Il Giornale di Vicenza.
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