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Il punto sulle filiere nazionali dei seminativi in ANB Coop

23 Maggio 2022
Tempo di lettura: 2 min

Il Comitato tecnico di coordinamento commerciale organizzato da ANB Coop – Associazione Nazionale Bieticoltori – è tornato a riunirsi ad inizio maggio a Bologna per valutare lo scenario commerciale di cereali e proteoleaginose in un momento particolarmente delicato per i mercati mondiali e dopo due anni di stop a causa del covid.

Al centro della discussione, le variabili che potranno influenzare l’andamento delle colture estensive come grano duro, tenero, mais, soia, girasole, sorgo e colza nel corso dell’anno: aumento dei costi di produzione, andamento dei prezzi e volatilità dei mercati, incognite climatiche e incertezze legate alla situazione geopolitica sempre più complicata. Altri approfondimenti sono stati inoltre dedicati alle previsioni sulle intenzioni di semina, allo stato vegetativo delle colture e all’andamento dei mercati.

La seduta si è aperta con i saluti del presidente di ANB Coop Giangiacomo Gallarati Scotti Bonaldi, seguita dall’analisi del direttore e dirigente ad interim dell’area cereali e mangimi del Consorzio Agrario di Ravenna, nonché coordinatore del Comitato Massimo Masetti, che ha sottolineato come nel complesso lo stato vegetativo delle principali colture estensive nell’areale del Nord Italia sia in buone condizioni.

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Spazio poi all’analisi dei dati di semina proposta dal Consorzio di Ravenna: restano invariate le superfici seminate a grano duro (+0,12%) rispetto al 2021 (1.300.000 ettari), seppur con andamenti diversi nei vari areali: al Nord si registra una crescita del 3,6%, al Centro del 3,2%, mentre al Sud si assiste ad un calo del 2,3%. Andamento simile per il tenero, con superfici totali simili al 2021 (+0,4%), ma con un aumento al Nord (+2%) e un calo al Centro (-4%) e al Sud (-5%), per un totale di 500.064 ettari. Prosegue il calo delle superfici a mais: 585.046 ettari (-0,6% rispetto al 2021).

Registra invece un boom la semina di orzo (+9,8%), soprattutto per le maggiori superfici dedicate al Nord e a crescere sono anche le semine di girasole (+5,4%) e soia (+9,8%), a scapito di sorgo (-15%) e colza (-27%).

A destare particolare preoccupazione è l’aumento dei costi di produzione per le principali colture estensive: a cominciare dal frumento duro, per cui un agricoltore deve spendere circa il 38% in più rispetto a un anno fa. Simile andamento dei costi per il duro, con un aumento dei costi di un terzo (+33%) e il mais (+30%). A risentire meno del rincaro dei mezzi tecnici e dei carburanti sono la colza (+13%), il girasole alto oleico (+19%) e la soia (+21%).

A tutto questo si aggiunge l’aumento dei costi che sta avendo delle ricadute serie a valle della filiera, con l’industria di trasformazione delle materie prima agricole costretta ad affrontare aumenti anche del 400% per l’energia.

Siamo di fronte ad una situazione di notevole incertezza ha ribadito Enrico Zavaglia Trading manager Oil seed Dept. di Cereal Docks: “Pensavamo che i mercati in reazione alle vicende dei dazi e della pandemia ci avessero già fatto vedere molto negli ultimi due anni, ed invece il conflitto Russia Ucraina ci ha portato in territori inesplorati. Esplosione dei prezzi , inflazione, (forse rallentamento e pausa di tanti progetti di sviluppo e di innovazione) ed un senso generale di ansia ed incertezza).

Pensiamo ad esempio all’olio di girasole, uno dei quattro principali oli commestibili utilizzati a livello globale. In ordine palma, soia, colza, girasole. Le alternative al girasole già presentavano problemi di approvvigionamento. Quindi non solo l’olio da cucina ne ha risentito, ma anche i prodotti di una vasta gamma di categorie, dalle salse da cucina ai prodotti da forno e dolciumi, che includono l’olio come ingrediente.

Per contestualizzare Zavaglia ha portato un esempio: il 20% dei prodotti alimentari e bevande lanciati nel 2021 contiene olio di girasole. È utilizzato in tante categorie di cibi preparati precotti conservati surgelati. La mancanza di fornitura di olio di seme di girasole ha messo in tensione tutto il comparto degli olii specialmente quelli Non Gmo.

Come affrontare dunque questo momento storico così carico di incognite? “La situazione di tensione e incertezza globale – ha affermato Zavaglia - pone di fronte alla filiera nazionale dei seminativi la necessità di autoprodurre di più e di avere catene di approvvigionamento più corte e diversificate in modo da fare sistema e far fronte alle necessità delle nostre filiere agroalimentari”.


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