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CDO Agroalimentare: le imprese del settore nella terza ondata

22 Marzo 2021
Tempo di lettura: 2 min
Un ritrovo digitale, organizzato dall’associazione Compagnia delle Opere Agroalimentare, per discutere delle dinamiche di consumo e delle esperienze delle aziende che operano nel settore agroalimentare, nel contesto della terza ondata pandemica.   Un approfondimento a 360° per fare il punto sull’evoluzione del mondo dell’agroalimentare e sui comportamenti dei consumatori, grazie alla partecipazione di relatori come Stefano Galli, Intelligent Analytics Director per l’area South Europe di Nielsen e di imprenditori che vivono ogni giorno le dinamiche del settore come il Presidente del Gruppo Cereal Docks Mauro Fanin, il Presidente del Gruppo Mezzacorona Luca Rigotti e Ambrogio Invernizzi, Presidente di Inalpi Spa.   Dall’incontro è emerso come dopo l’esplosione dei consumi alimentari nella fase iniziale del lockdown del 2020, quest’anno sia evidente una stabilizzazione dei consumi dei prodotti agroalimentari di largo consumo. I dati di febbraio 2021 segnalano una frenata rispetto all’anno scorso per tutti i diversi canali di vendita, esclusi il discount e l’e-commerce, mentre esaminando i primi dati di marzo anche il comparto del discount segnala una frenata, a fronte di una minore propensione alle scorte e a consumi minori rispetto ai primi mesi del 2020. Anche i prodotti di base (farina, ingredienti, pasta, riso...) che nel primo lockdown l’hanno fatta da padrone, hanno registrato un calo significativo.   Osservando la dinamica per fascia di prezzo rispetto al 2020 si nota una crescita dei prodotti premium, trainata dalla fascia della popolazione che, chiusi bar e ristoranti, desidera consumare prodotti di alta qualità. Rispetto alla media globale, l’Italia risulta maggiormente colpita dagli effetti economici della pandemia: il 15% delle famiglie segnala una diminuzione significativa del proprio reddito e il 35% una diminuzione relativa. Tuttavia, nonostante la crisi, i consumatori non hanno smesso di fare acquisti sempre più informati e di preferire prodotti locali, sostenibili, di alta qualità e legati al mondo della salute e del benessere.   La discussione si è poi spostata sullo stato delle aziende del settore e sulle loro aspettative per i prossimi mesi. “Nel nostro settore i prezzi erano stagnanti da anni – ha spiegato nel suo intervento Mauro Fanin –, ma, come già successo prima, a causa di fenomeni di siccità e della contemporanea politica cinese per assicurarsi scorte importanti, abbiamo assistito ad un forte aumento dei prezzi delle materie prime. La Cina ha anticipato rispetto alle attese del mercato la propria corsa a rimpolpare le scorte che erano calate fortemente nell’ultimo anno, a causa della peste suina, delle tensioni commerciali e della successiva pandemia”.   “Per superare i momenti di difficoltà – continua Fanin – per noi è stato importante poter contare sulle nostre risorse umane e poter prendere decisioni rapidamente: ad esempio scegliendo di diversificare le fonti di approvvigionamento e la modalità logistica per assicurare la continuità delle filiere. Abbiamo rivisto tutto il nostro programma di tracciabilità delle materie prime, dedicando inoltre molte risorse alla definizione di un nuovo piano di comunicazione. Non solo, abbiamo anche investito sul nostro laboratorio di qualità e ridisegnato il nostro programma di sostenibilità. Siamo convinti che il prodotto faccia la differenza, una convinzione che vale sia per il prodotto di origine italiana, necessario per valorizzare filiere DOP di alta qualità del nostro Made in Italy, che per quello internazionale. Per i prossimi mesi – ha concluso Fanin – abbiamo di fronte a noi diverse opportunità da cogliere: dal Green deal alla Farm to fork strategy. Avvertiamo forte però la necessità di un cambio di passo, non solo delle aziende ma anche dell’amministrazione pubblica: l’apparato pubblico sembra non essere consapevole della situazione economica che si sta creando. Il vero cambiamento in questo senso arriverà a partire da giugno, quando i prezzi più alti delle materie prime e i mercati surriscaldati cominceranno a far sentire le loro conseguenze”.

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